Cerca nel blog

domenica 29 gennaio 2017

L'amore

A volte mi ritrovo ad accostare accanto alla propria magnificenza, il profumo, la fragranza delle rose. Candido fiore beato ed allo stesso tempo maledetto da poter recare dolore. La rosa è l’emblema dogmatico della ricerca inasprita dell’amore; la cogliamo, la coltiviamo e ne oscuriamo il significato, la pura definizione. L’amore è una rosa.
Profumo e sospiri, bellezza e dolore, fascino e spine perché anche una rosa se non la si prende per il giusto verso può far male. Può recarti danno pur consapevole della propria bellezza. L’amore è indefinibile nel proprio perdurare, diventa evidente nel proprio cessare. Ecco cosa ci manca. È un mancamento nel cogliere l’attimo, pretenderlo, cercarlo, fugarlo in ogni qualsivoglia follia, scempio più estremo. L’amore spesso è visione, passione ma al contempo è accecamento e castità. Lo possiamo cercare, individuare ma alla fin fine ne resta solo un frutto raccolto e consumato. L’amore cessa? Se è vero il contrario, allora perché inizia? La filosofia antica e post-moderna ha svenato ogni teoria, ogni apparato teoretico per dimostrare su ogni aspetto la magnificenza di questo sentimento; fu la volta infine della psicologia indagare sulla fenomenologia pulsionale ma ogni teoria è figlia di tanti punti  interrogativi la cui risposta risiede proprio in uno di quei punti, basterebbe individuarlo ma ad ogni risposta nascerebbero altre domande e così l’amore continuerà nel proprio fascino a farsi discutere.

Nessun commento:

Posta un commento